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martedì 16 dicembre 2014

Riflessioni sul linguaggio

Se il linguaggio è inquinato lo sono anche i pensieri. Come possiamo pulire e trasformare l'inquinamento delle parole che a volte nella società contemporanea determina una vera e propria manipolazione della realtà? 
Forse dobbiamo ritornare alla radice del linguaggio ed immergerci nelle profondità del tempo ritrovando e avventurandoci in quell'immagine primordiale, tale come è disegnata nell'ideogramma cinese, ma anche nel geroglifico egiziano o nei glifi Maya.
A questo proposito propongo una lettura di Ernest Fenollosa, orientalista americano che visse a lungo in Giappone e in Cina alla fine del XIX e inizio XX secolo. 
Eccone un estratto significativo:

"La forma della frase è stata imposta dalla natura stessa. Non siamo stati noi a crearla; era un riflesso dell'ordine temporale in rapporto alla casualità. Tutta la verità deve essere espressa mediante le frasi, perchè ogni verità è trasferimento di potere. Il modello della frase in natura è come il lampo, passa tra i due termini, la nuvola e la terra. Nessuna unità del processo naturale può essere meno di questo. Ogni processo naturale, nella propria unità, è proprio questo. Luce, calore, gravità, affinità chimica, volontà umana, hanno questo in comune: ritrasmettono forza. (...)

Generazione Ideogramma Yang

Generazione Ideogramma Yin

In natura non c'è negazione, non c'è alcun possibile trasferimento di forza negativa. La presenza di frasi negative nel linguaggio sembrerebbe rinforzare il punto di vista dei logici, che l'asserzione è un atto soggettivo arbitrario. Noi possiamo affermare una negazione nonostante la natura non possa farlo. Ma anche qui la scienza viene in nostro soccorso contro i logici: tutti i movimenti in apparenza negativi o distruttivi mettono in gioco altre forze positive. (...) L'annientamento richiede una grande forza. Perciò potremmo supporre che, se si potesse ripercorrere la storia di tutte le particelle negative, scopriremmo che derivano da verbi transitivi. 
E' troppo tardi per dimostrare tali derivazione nelle lingue ariane, ne è stata persa la chiave, ma in cinese possiamo ancora osservare concezioni verbali positive trasformarsi nelle cosidette negative.
Così in cinese il simbolo che significa "sperduto nella foresta" si riferisce a uno stato di non esistenza. L'inglese "not" (non) equivale al sanscrito "na" che ha origine nella radice na, essere sperduto, perire. Al termine viene l'infinito che sostituisce a un verbo di volore specifico la copula universale "è", seguita da un nome o un aggettivo. (...) Questa è un'estrema debolezza del linguaggio. Deriva dal generalizzare tutte le parole intransitive in una sola. Come "vivere", "vedere", "camminare", "respirare", sono generalizzati in stati per omissione dei loro oggetti, così questi verbi deboli sono ridotti a loro volta allo stato più astratto, cioè al semplice esistere.
In realtà non esiste nessun verbo come pura copula, non esiste una concezione così originaria. La nostra stessa parola esistere significa "porsi in avanti", cioè mostrare sé stessi come atto definitivo.
"Is" deriva dalla radice ariana "as", respirare. "Be" (essere) dalla radice "Bhu", crescere.
In cinese il verbo principale per "è", non solo significa anche "avere", ma attraverso i suoi derivati, esprime qualcosa di ancor più concreto, vale a dire "afferrare con la mano la luna".


Ernest Fenollosa, L'ideogramma cinese come mezzo di poesia, 1918 
Tradotto da Silvia Galimberti per Luni Editrice 2014

"Sulle colline il vento fa ondeggiare l'erba. Sul foglio la mano muove il pennello."


Le immagini provengono da:
andreamascaro.blogspot.com e www.tiandihe.org

lunedì 8 dicembre 2014

Acqua che cammina

Gun Shu spontaneo

Libertà di Agire
  






Il Corso di Gun Shu si tiene ogni Lunedì alle ore 18.00 c/o la Palestra 23 
dello Stadio di Bologna

martedì 2 dicembre 2014

Solstizio 冬至

Stiamo vivendo il periodo dell'anno in cui la luce si raccoglie nel ventre della terra, si concentra nelle radici degli alberi e come un tesoro è ben custodita dove inizio e fine coincidono. Anche nel nostro corpo l'energia vitale scende in profondità, seguendo l'impulso discendente che da Shao Yin (piccolo yin) arriverà poi a Tai Yin (grande yin), e a livello elementale viviamo il passaggio dal Metallo all' Acqua. Con la pratica in questo periodo portiamo quindi più energia nelle profondità del nostro essere, nelle ossa e articolazioni in particolare a livello fisico, mentre a livello più sottile - energetico - portiamo luce nel nostro inconscio o parte inconsapevole e lavoriamo sulle nostre rigidità mentalli per non bloccarci. A livello spirituale il lavoro è quello di preparare le condizioni affinché la luce si manifesti chiaramente in noi, portandoci una Rivelazione. Così il Tao si manifesta all'Essere Umano per alcuni istanti, solo a tratti si Rivela, o si Svela, la Luce dello Shen (Spirito) che riesce a togliere per un istante dai nostri occhi interiori ed esteriori il Velo della Separazione o dell'Illusione. E meno luce c'è all'esterno più facile sarà cogliere l'essenza della nostra propria Luce, la Luce autentica Zhen. Accediamo a quell'energia, a quella luce, di cui abbiamo fatto raccolta durante il periodo dell'anno in cui ce n'era in abbondanza, intorno al Solstizio d'estate (vedi il post Luce autentica tra Terra e Cielo).
Nella pratica del Qi Gong San Yi Chuan troviamo un esercizio che ci permette di prendere consapevolezza sui tre livelli della pratica (fisico, energetico e spirituale) dei micro e macro cicli stagionali: si chiama "Crescita dello Yang e Crescita dello Yin".
Vediamo che lo Yang, che corrisponde al Sole, cresce davanti (nella parte organica) e scende dietro (lungo la schiena), mentre lo Yin, che corrisponde alla Luna, cresce sulla schiena e scende davanti. Queste due circolazioni energetiche rappresentano anche come si muove l'energia negli uomini e nelle donne, ma è stato dimostrato che in realtà è molto variabile perchè ci sono donne con una circolazione Yang e uomini con una circolazione Yin e inoltre possono variare a seconda dei momenti della vita. (lo conferma il medico giapponese Toshihiko Yayama, in Guarire con il Qi, ed. Mediterranee)
In questo esercizio notiamo che, nonostante le direzioni diverse, gli estremi si toccano sempre. La postura  del Solstizio d'Inverno coincide infatti con quella della Luna Nuova, ed è insieme fine di un ciclo ed inizio del successivo: nel massimo momento dell'oscurità  nasce quindi la nuova Luce e un nuovo Tempo. (Coincide anche la Luna Piena con il Solstizio d'Estate, da cui comincia la decrescita di Yin e Yang).
Quest'anno nei giorni intorno al Solstizio 21-22 e 23 Dicembre avremo questa coincidenza importante: la Luna sarà nuova e vivremo un momento di estrema oscurità solare e lunare: questo ci permetterà di  vedere molto più nitidamente le Stelle e di stare in contatto con l'Orsa Maggiore, che è la costellazione verso la quale ci si rivolge per praticare ed è la Porta del Cielo del Nord, la nostra radice Celeste.
TOU TCHAO
Meditazione Solitaria
La Nona delle Dieci Tavole di Addomesticamento della Vacca
Luni Editrice

martedì 18 novembre 2014

Armonia

Armonia
"L'armonia è necessaria per la prosperità delle cose. L'uniformità al contrario ostacola tutte le cose.
L'armonia consiste nell'Unità delle differenze. Soltanto quando questa unità esiste le cose possono prosperare e possiamo trarne vantaggio. Al contrario l'accumulo di cose tutte identiche non porta a nient'altro se non al disastro".
.

Li Ao (772 836) 
"Ritorno alla natura agraria" (Fuxing Shu). 


  L'uniformizzazione (la messa in uniforme) è catastrofica!
Georges Charles

giovedì 30 ottobre 2014

Wu Wei, il Non Agire

La prima posizione della pratica del Qi Gong è il Wu Ji. Nel Wu Ji portiamo il respiro nel Dan Tian, focalizzando la nostra intenzione nella zona del Qi Hai e portando l'attenzione all'interno.Gradualmente ci svuotiamo dai pensieri che ci portano via dalla presenza nel qui e ora e gradualmente, attraverso un respiro che si fa sempre più embrionale, raggiungiamo uno stato simile al Wu Wei, dove tutte le possibilità sono presenti ma nessuna azione è in atto. E' uno stato in cui sperimentiamo uno dei cardini della filosofia Taoista.

Il Wu Wei può essere inteso come un'azione non-duale, che è l'azione in cui non esiste separazione tra il soggetto e l'oggetto.L'azione della non-azione si realizza quando non c'è alcuna differenza tra il sé e il mondo, tra la consapevolezza di un agente che compie l'azione e l'azione oggettiva che è compiuta. L'agire risulta senza sforzo perché l'agente coincide con l'azione stessa.

Il wei wu wei taoista è il rifiuto da una parte di un'azione oggettiva e dall'altra di un soggetto agente; il dualismo sorge perché l'agire tende a un risultato, alla realizzazione di uno scopo che si ha in mente. L'unica via per trascendere il dualismo del sé e dell'altro è di agire senza intenzionalità, senza l'attaccamento a un fine progettato. Svanisce allora quella frattura tra la mente che si prefigge una meta e il corpo utilizzato per ottenere quel risultato.
L'apparente paradosso del wei wu wei si risolve alla luce della non-dualità dell'agente e dell'azione oggettiva; solo nell'agire non-duale scompare il senso di consapevolezza dell'ego al di fuori dell'azione; risulterà a questo punto automatico l'adeguarsi al corso naturale degli eventi e alla spontaneità della natura.

Il wu wei, l'agire taoista, richiede la massima attenzione in ogni circostanza; la mente, hsin, termine che in cinese letteralmente significa cuore e che nell'antica Cina indicava l'organo di pensiero, deve essere perciò sgombra da qualsiasi interferenza che ne oscuri la lucidità, e viene così paragonata da Chuang-tzû a uno specchio che riflette chiaramente la realtà circostante:

«...L'essere umano realizzato usa la mente come uno specchio; non accompagna le cose come vanno o le accoglie come vengono, egli reagisce e non trattiene. Perciò è in grado di conquistare le cose senza patire una ferita...»

L'essere umano realizzato è il saggio, la cui mente riflette come uno specchio la situazione che si presenta di volta in volta senza trattenere le valutazioni che confondono la chiarezza di visione.
I riferimenti a hsin sono quasi tutti associati al saggio illuminato, la cui differenza dagli altri uomini risiede nell'uso della mente, nella sua capacità di rispettare lo spontaneo armonizzarsi della natura, in grado di praticare l'atteggiamento mentale del "sedere e dimenticare", consistente nel rimuovere quei pensieri che creano fratture tra l'essere umano e il corso naturale, tra l'Unità e la Molteplicità.

Il "dimenticare" o il "purificare la mente", renderla limpida come uno specchio, sono il solo mezzo attraverso cui si possa realizzare il wu wei, e così conformare se stessi alla spontaneità del Tao, evitando di stabilire distinzioni assolute e regole artificiose che fanno perdere di vista l'Unità del cosmo e la sua fitta rete di correlazioni, le quali, se rispettate, non possono non fare agire l'uomo nel modo migliore.

«...Così è detto del saggio: nella sua vita procede con il Cielo, nella sua morte si trasforma con le altre cose. Nella calma condivide il Potere di Yin, nel moto condivide l'impulso di Yang. Non si muove per primo per trarre vantaggio, non prende precauzioni per evitare guai: solo se stimolato reagisce, solo se spinto si muove, solo se è inevitabile si erge. Rifiutando la sapienza degli antichi, prende a modello il Cielo...»

Prima di reagire il saggio rispecchia ogni situazione com'è obiettivamente; come uno specchio quindi riflette solo il presente, non è saturo di informazioni trattenute dal passato con il rischio di rimanere intrappolato in atteggiamenti obsoleti; e non è neppure proteso verso il futuro, con l'intenzione di raggiungere una meta precedentemente stabilita. Il saggio allora non viene distratto da fuorvianti tensioni e percepisce ogni circostanza come nuova:

«...Kuan-yin diceva: "Non fermarti in posizioni fisse: le cose come prendono forma si manifestano. In moto sii come l'acqua, in quiete sii come uno specchio, rispondi come un'eco"...»


 

giovedì 2 ottobre 2014

La Festa di Metà Autunno


 



 La Festa di Metà Autunno (中秋节 Zhōngqiū Jié), anche conosciuta come la Festa della Luna o Festa delle Torte Lunari, cade il quindicesimo giorno dell’ottavo mese di ogni anno lunare cinese.
Insieme al Capodanno Cinese, la Festa di Metà Autunno è una delle due più importanti feste tradizionali in Cina, risalente a più di tremila anni fa, quando l’espressione “metà autunno” apparve per la prima volta nei Riti di Zhou, una raccolta di rituali della Dinastia Zhou (1045-221 a.C.).
Dopo aver terminato la stagione di raccolta estiva, è il momento ideale per le persone festeggiare nel giorno in cui la luna è di solito al suo massimo e la più brillante.
La prima versione racconta che Houyi era un essere immortale, mentre Chang'e era una bellissima fanciulla che lavorava al palazzo dell'Imperatore di Giada (caratteri cinesi: 玉帝; pinyin: Yùdì) come ancella della moglie dell'imperatore, la Regina Madre dell'Ovest. Quando i due si innamorano, Houyi si attira le gelosie degli altri immortali, che lo calunniano di fronte all'Imperatore di Giada. Houyi e Chang'e vengono quindi banditi dal regno del cielo e costretti a vivere come mortali sulla Terra. Per sopravvivere, Houyi deve iniziare a cacciare e diventa un provetto arciere.
In quell'epoca esistevano dieci soli, che avevano la forma di uccelli a tre gambe e vivevano su un albero di gelso nel mare orientale. Ogni giorno uno degli uccelli doveva viaggiare intorno al mondo su carro condotto da Xihe, la divinità "madre" dei soli. Un giorno, tuttavia, tutti e dieci i soli decisero di viaggiare insieme, di conseguenza la terra iniziò a bruciare. L'imperatore Yao, all'epoca imperatore della Cina, comandò a Houyi di usare le sue abilità nel tiro con l'arco per uccidere tutti i soli tranne uno. Avendo completato con successo la missione, Houyi venne ricompensato dall'imperatore con una pillola che garantiva l'immortalità.
L'imperatore avvisò Houyi di non consumare la pillola immediatamente, ma di prepararsi pregando e digiunando per un anno. Houyi riportò quindi la pillola a casa e la nascose sotto un'asse di legno, finché un giorno non fu nuovamente chiamato al cospetto dell'imperatore Yao. In assenza del marito, Chang'e notò una strana luce bianca emanare da sotto uno degli assi di legno, e scoprì quindi la pillola. Inghiottendola, si rese presto conto di poter volare. Quando Houyi tornò a casa e si rese conto di ciò che Chang'e aveva fatto, iniziò a sgridarla, al che lei scappò in cielo volando via dalla finestra.
Houyi riuscì a seguirla fino a metà strada attraverso i cieli, ma fu costretto a tornare sulla Terra a causa dei venti troppo forti. Chang'e infine raggiunse la luna, dove tossì via una parte della pillola non riuscendo più a volare. Chiese quindi al coniglio bianco che viveva sulla luna, colui che preparava le erbe medicinali per gli dèi, di prepararle un'altra pillola per poter tornare da suo marito sulla terra.
La leggenda narra che, ai giorni nostri, il coniglio stia ancora pestando le erbe nel tentativo di fare un'altra pillola. Houyi, nel frattempo, si è costruito una casa sul sole (andando a rappresentare il principio maschile dello Yang) in contrasto con la casa lunare di Chang'e (che rappresenta il principio femminile dello Yin). Si narra che una volta l'anno, durante la Festa di Metà Autunno, Houyi sia in grado di visitare sua moglie sulla luna, ed è per questa ragione che in quella particolare notte la luna piena è più bella e luminosa del solito. Questa descrizione appare in forma scritta in due raccolte dell'epoca della dinastia Han occidentale (206 a.C.-24 d.C.): lo Shan Hai Jing, il "Classico delle Montagne e dei Mari", e lo Huainanzi, un classico filosofico taoista.

martedì 9 settembre 2014

Nuovo corso annuale a Bologna

Il soffio Vitale

Ogni Lunedì a partire dal 22 settembre 2014 
alla Palestra 23 dello Stadio di Bologna praticheremo 
Bastone Cinese e Qi Gong
Orari:
dalle 18. 00 alle 19. 00 Gun Shu - Bastone Cinese
Dalle 19.00 alle 20.00 Qi Gong
(entrata via dello sport)

La prima lezione di prova è sempre gratuira


Per info, costi e iscrizioni contattare: ana@anacuenca.it

martedì 26 agosto 2014

Gun Shu Arte del Bastone


© CHINA WUSHU TEAM 2008
 Il Gùn è un bastone cinese che trova ampio utilizzo nelle arti marziali. In Cina, il gun è conosciuto come una delle quattro principali armi delle arti marziali, insieme al dao, al qiang e al jian. 
Il gun tradizionale è realizzato con il legno del ligustro cinese che ha la forma leggermente conica; la lavorazione prevede un periodo di invecchiamento sotto terra che contribuisce a rendere il bastone più flessibile e resistente. La lunghezza è determinata in base all'altezza del/la praticante: tipicamente deve andare da terra fino a circa l'altezza degli occhi.
Imparare l'arte del bastone significa muoversi in modo armonico e istintivo con uno strumento. Lo scopo di quest'arte non è il combattimento ma la "Maestria" intesa come flusso ininterrotto da un movimento all'altro che ci permette di realizzare una unione sottile con gli Elementi, a partire dal proprio Centro. 
E' un'ottimo esercizio per "lasciare da parte" la mente e scoprire le risorse già presenti nel nostro corpo, che comincerà a sciogliere nodi e vecchie abitudini fin dai primi movimenti di Fuoco e Acqua, per continuare lezione dopo lezione ad accrescere l'armonia, la coerenza e maturare l'intuizione per raggiungere la Spontaneità, intesa come libertà dalla Forma e realizzazione del Tao.
 Consiglio sempre di cercare il proprio bastone nel bosco, prendersi il tempo per ascoltare la propria "risonanza" con l'anima del legno che si è scelto: bambù, noce, nocciolo, acacia, abete, ciliegio...ognuno con durezze, elasticità e resistenze diverse.

Buona Pratica

Ana Cuenca

Per iscrizioni ai corsi chiama il 3402503492 o scrivi a ana@anacuenca.it

lunedì 16 giugno 2014

Drago d'Acqua - Shui Lung

"Quando il Drago ruggisce
i monti tremano
quando il Drago sussurra
il saggio ascolta"
Ascoltarsi è il segreto per comprendere i movimenti dell'energia...
Mettersi in ascolto di ciò che è sottile ci da la chiave per comprendere ciò che è grossolano.




martedì 20 maggio 2014

Luce Autentica tra Terra e Cielo

Zhen: Vero, Reale, Autentico

In questo mese in cui la luce del Sole continua a crescere, portando gradualmente, impercettibilmente, l'Energia Yang al suo massimo grado dell'anno,  è tempo di "raccogliere la luce" praticando Qi Gong. E' tempo cioè, di portare l'attenzione verso quegli esercizi nella pratica che ci permettono di assorbire e di portare in profondità le Energie sottili del Cielo che in questo momento è vicino, tanto da mescolare il suo Soffio Cosmico con i Soffi della Terra, facendo prosperare i diecimila esseri. 
Così anche noi, piccolo Yin, piccola Terra, possiamo essere ispirati dal Cielo per incamerare Luce, potenziare e vivere appieno la nostra Creatività e Ricettività insieme. Trovando l'equilibrio tra Cielo e Terra, tra il ricevere e il dare, tra il principio maschile e quello femminile, tra ciò che è sottile e ciò che è denso, impariamo ogni giorno qualcosa di più sulla Luce, se viviamo un'alba di montagna, un mezzogiorno in cui tramonta la luna e un crepuscolo dorato o argentato dalle tonalità forti di una tempesta. La luce va intesa come insieme di diverse vibrazioni di colori e in questo periodo dell'anno possiamo fare la nostra raccolta, utilizzando gli occhi come "raccoglitori", ma anche tutte le aperture sottili del nostro corpo da cui entra l'energia continuamente: il punto Ying Tang, fra i due occhi e i punti di entrata nelle mani  e dei piedi. Accogliamo, conduciamo, manteniamo e liberiamo per utilizzare questa Luce, ma possiamo in particolare anche portarla nelle profondità con le sequenze dell'Alchimia, secondo la scuola Ling Pao Ming, cioè la Chiarezza o Luce del Gioiello Scarlatto.
Possiamo trasformare la Luce Fenomenologica (cioè quella intorno a noi, dell'ambiente, luce passeggera come una corrente continua e inesauribile, come un Soffio Cosmico del Cielo) in Luce Autentica (cioè autentificare la Luce, renderla Autentica, Vera, Reale), possiamo appropriarci della Luce: Zhen Ming.
Portata nelle profondità dell'Essere la Luce diventa "propria", unica e solamente nostra, si fonde cioè con la nostra unicità, che è appunto, seguendo la logica delle parole, l'unica cosa Reale, Vera. La Verità.
Possiamo in questa stagione intraprendere un lavoro alchemico, in cui la raccolta della luce in abbondanza permetta anche di dare vita a trasformazioni alchemiche profonde attraverso le quali utilizzare questa luce per portarla nel Cuore e vedere il Mondo ed agire nel Mondo attraverso questa Luce del gioiello Scarlatto, attraverso cioè l'intelligenza del Cuore.
Spring Dawn over the Elixir Terrace, Yuan dynasty (1271–1368)



venerdì 2 maggio 2014

Poesia e Alchimia

Raccogliendo la Mente

1 Prima che il nostro corpo esistesse,
l'Energia Una era già lì. Come la giada, più splendente tanto è lucida, come l'oro, più luminoso tanto è raffinato.
2 Spazza l'oceano della nascita e della morte, rimani stabile dinnanzi alla porta della totale Maestria.
3Una particella nel punto dell'aperta coscienza, il fuoco gentilmente scalda.

Chen Yingning

Commento di Chen Yingning:
Prima che noi umani avessimo un corpo, avevamo quest'energia. ..
Questa "prima energia " non è dicotomizzata in opposti; quando diventa duale non può essere chiamata energia Una. Quando il Maestro Lao Tze parla di "raggiungere l'Uno" vuole anche dire raggiungere questa energia primaria. Per fare questo ci vuole un vero lavoro, non può essere fatto puramente speculando.
Quando gli alchimisti usano il termine "giada" intendono lo yin, lo Spirito, moderata concentrazione. Di solito "l'oro" sta per lo yang, significa energia, intensa concentrazione. Ma a volte ci sono delle eccezioni.
"Spazza l'oceano della nascita e della morte": L'oceano della nascita e della morte sono i pensieri delle persone.  I pensieri casuali arrivano da non si sa dove e in un istante arrivano e passano, impossibile fermarli del tutto. L'iniziare di un pensiero è "la nascita" , il passare è la "morte". Nello spazio di un solo giorno siamo nati e morti migliaia di volte; in questo modo "la trasmigrazione" è davanti a noi, senza bisogno di aspettare fino a quando moriamo per viverla.
Spazzare questo oceano della mente è facile da dire, ma non da fare. E' un metodo per unificare il pensiero, chiamato "rimanere stabili dinnanzi alla porta della totale maestria.
Questa porta è ciò che gli antichi Maestri chiamavano La Misteriosa Femmina, e nel taoismo veniva chiamata "l'apertura del passo misterioso". Zhang Boduan dice: "Questa apertura non è un'apertura ordinaria. E' fatta di creatività e recettività unite insieme. E' chiamata la tana dello spirito e dell'energia. In lei c'è l'essenza del desiderio e della ragione." Semplicemente è uno yin e uno yang, uno spirito e un'energia , è tutto. Se riesci a combinare lo yin e lo yang, spirito ed energia miscelati insieme, allora la sostanza del Passo Misterioso sarà stabilizzata.
Al verso 3, la "particella" è usata per simbolizzare la funzione estremamente sottile e fine che avviene quando lo spirito si congela nella tana dell'energia; lo spirito è all'interno dell'energia, l'energia avvolge lo spirito, ritirandosi secretamente dentro al deposito.
"Apertura" significa non rimanere attaccati alle forme degli eventi; e "coscienza" significa non cadere nell'oblio. Nell'ultimo verso "gentilmente" significa regolato ed armonioso; caldo vuol dire temperato tra freddo e caldo.

Tratto e liberamente tradotto da "Immoltal Sisters", Secrets Teaching of Taoist Women, di
Thomas Cleary, North Atlantic Book Berkeley, California

sabato 12 aprile 2014

Respirazione Raku- Raku

"Nel Qi Gong si usano svariati metodi di respirazione. Sembra che gli antichi sapessero intuitivamente che le condizioni della respirazione sono collegate alle funzioni autonome. La nostra respirazione si modifica per adeguarsi alle emozioni come la gioia, l'ira o il dispiacere. Si respira in modo diverso quando si ride o si piange, perchè non sarebbe possibile fare altrimenti. Se ci si innervosisce troppo prima di un esame, di un discorso o di una gara e la respirazione ne viene influenzata, probabilmente non si otterrà un buon risultato. La respirazione può influire sullo stato emotivo e mentale: molti sono ora i metodi proposti allo scopo di controllare i sentimenti, le attività mentali e persino l'energia vitale. 
Nel corpo umano, solo la respirazione viene controllata, in condizioni normali, da nervi sia volontari che involontari. Questa è una delle ragioni per cui i nervi involontari possono essere consciamente controllati modificando la respirazione, che può essere considerata un ponte tra consapevolezza e inconsapevolezza.
Metodi di respirazione potenziata possono migliorare efficacemente la circolazione sanguigna. Una respirazione adeguata favorisce il ritorno venoso e la circolazione del sangue attraverso tutto il corpo, modificando la pressione addominale. 
Il metodo di respirazione che io consiglio, è quello che segue:

Il metodo Raku-Raku di respirazione profonda

1. Espirate lentamente con la bocca aperta, come per sbadigliare
2. Pausa.
3. Espirate lentamente con le labbra arrotondate, come se voleste spegnere una candela.
4 Pausa.
5. Espirate l'aria che rimane nei polmoni con tre brevi, rapidi respiri, attraverso le labbra arrotondate.
6 Inspirate naturalmente. ( Raku-Raku in giapponese significa "facilmente")

Questo esercizio di respirazione può essere ripetuto con facilità tutte le volte che volete. Quando espirate con le labbra arrotondate si crea una pressione positiva proprio all'interno delle vie respiratorie. I polmoni sono situati in profondità nel corpo e non vengono facilmente ripuliti dalla respirazione ordinaria. La quantità di aria che vi rimane si chiama, in fisiologia respiratoria, "volume residuo". Espirando in tre volte, come detto sopra, potete eliminare proprio quel volume residuo.

Quando avrete appreso alla perfezione questo metodo di respirazione, sarete in grado di respirare con l'addome, senza sforzo. Concedete di tanto in tanto un'opportunità a questo metodo, specie quando vi sentite particolarmente affaticati: vi darà una sensazione di calma e di sollievo."

Tratto da "Guarire con il Qi" di Toshihiko Yayama

lunedì 24 marzo 2014

Una volta yin una volta yang, è così che funziona

Possiamo riassumere yin yang con una frase celebre dell’Yijing: "Una volta yin una volta yang, è così che funziona”. 
Nella scrittura i cinesi hanno inventato delle rappresentazioni astratte di yin e yang. 
In occidente siamo abituati a pensare con immagini astratte, mentre i cinesi sono abituati a pensare per immagini naturali, ma in questo caso sono arrivati a un’astrazione (Yin: disegno doppio, rapporto con il ritmo, la ripetizione, il tempo.
 Yang: un tratto con un solo movimento, azione unica, concentrazione di forze). 
Soltanto guardando i tratti possiamo cominciare a dire che yin corrisponde a difesa, cioè diluire le forze nel tempo, mentre yang corrisponde a attacco, cioè concentrazione di forze in un punto.
 Ai cinesi piacciono i numeri. Siccome hanno una concezione ritmica della vita, i numeri li aiutano a trovare dei punti di riferimento a questi ritmi, allora yin corrisponde a 2 e a tutti i numeri pari e yang al numero 3 e i dispari.
 Perché non al numero 1? Il difetto di 1 è che descrive l’inizio. La ricerca delle origini è una malattia dello spirito, malattia che gli indoeuropei hanno da tanto tempo. In Cina la parola Dio-creatore non esiste. All’inizio c’era l’impulso. Quindi l’1 si lascia da parte.
 Si inizia dallo yin. Ogni cosa comincia sempre con un tempo yin, è un detto cinese. Questo vuol dire che non possiamo dire mai quando qualcosa è cominciato.
L’anno nuovo è chiamato dai cinesi ‘festa della primavera’, mentre per noi la primavera inizia il 21 marzo, periodo che è invece verso la fine: corrisponde all’apertura del bocciolo, all’esplosione, all’inizio della parte yang, visibile, della primavera. Che è preceduta da una parte yin, che però non si sa quando è cominciata, perché è avvenuto sotto terra. Esempio: ideogramma ‘legno’, la forma antica mostra un tronco, rami e radici. Per noi invece in genere il disegno di un albero non mostra le radici, mentre nell’ideogramma ci sono.
Nell’ideogramma di ‘erba’ non ci sono radici, perché l’erba cresce solo in primavera e estate, mentre gli alberi crescono tutto l’anno, in estate vanno verso l’alto e nell’inverno vanno verso il basso, durante l’inverno l’energia si accumula nella terra. C’è un momento in cui questo movimento si inverte e l’energia comincia a montare verso i rami, questo momento è l’inizio della primavera. Quando si arriva in alto è la parte yang della primavera, quella che conosciamo tutti; e dato che questo cambiamento avviene dentro alla terra non si può sapere quando avviene esattamente, solo il periodo. Infatti la ‘festa della primavera’ è mobile, mai prima del 7 gennaio e mai dopo il 15 febbraio.
Poi c’è la festa della luna piena d’autunno.
 Associare il numero 3 allo yang ci dà un’immagine molto interessante: yin e yang non sono opposti, ma variazioni, e – osservando il disegno della linea yin e di quella yang – si nota che la variazione avviene su un terzo soltanto, quando è vuoto è uno yin, quando è pieno è uno yang.
 Traduzioni come uomo e donna sono pessime, uomole donna sono le caratteristiche più fisse sulle terra, tranne poche eccezioni si nasce uomo e si muore uomo, idem donna.
 Più interessante ancora: yin e yang non sono uguali.
 Il disegno del dao, con yin e yang che nascono uno dall’altro, il taijitu, compare nel 12° secolo. Ci piace molto, è molto greco, è geometrico, piace alla nostra logica, ma ha il difetto di farci credere che yin e yang siano equivalenti.
 La linea curva ci dice che lo yin è sempre lì e lo yang è quando succede qualcosa che ce lo fa dimenticare. Lo yin riguarda la struttura, lo yang il cambiamento e il movimento, ma non ci può essere movimento se non c’è struttura. L’ho capito da mia figlia a sette anni mi chiede ‘dove vanno le stelle di giorno’ le stelle sono sempre lì ma il sole impedisce di vederle.
 Nel taijichuan e nel Qi Gong prima dell’apertura c’è l’immobilità, la coscienza dei piedi e del suolo, cioè le radici dell’albero, i due punti di appoggio dello yin, poi facciamo dei movimenti, i piedi continuano a toccare il suolo, ma lo yang ci fa dimenticare lo yin.
Il segno dell’albero, per via di  ciò che rappresenta, è stato scelto per dare il nome all’energia della primavera. Quando si dice ‘legno’ e non ‘albero’ si pensa con il modo greco e non cinese.
 


La linea yin rappresenta una forza centripeta, dobbiamo immaginarla come animato, e il movimento fa sì che i due bordi dei tratti si avvicinano, i due pezzi si avvicinano, diventano continui, cioè una linea yang. Quindi compare una forza centrifuga, che stira la linea, e si forma un buco, che diventa sempre più grande, cioè si apre e si forma linea yin, che comincerà a avvicinarsi, e così via.
 C’è una preparazione lenta nell’avvicinarsi e nell’allontanarsi, e poi c’è un passaggio che avviene di colpo. Ciò avviene in tutti gli eventi biologici, e psicologici. 



Fonte: Il senso dell’Yijing: un ponte tra tradizione teorica e pratica della consultazione, 
di Letizia Frailich

 

domenica 2 marzo 2014

Chun, la Primavera



“I tre mesi della primavera rappresentano il tempo del rinnovamento: il vecchio e lo stantio si disperdono, il cielo e la terra vengono alla luce e ogni cosa sboccia. Riposa la notte e alzati presto, cammina liberamente a grandi passi attraverso il cortile, lascia i capelli giù e abbandonati nella tranquilla emozione di una passeggiata mattutina; così è come se elevassi i tuoi spiriti in primavera. Incoraggia tutta la vita e non uccidere, si generoso e disponibile, dai liberamente e non punire. Questa è la via per onorare il Qi della primavera e nutrire la vita durante questa stagione".
 
Dal Zunsheng Bajian di Gao Lian, 1575 d.C
  

La primavera è simboleggiata nella scrittura cinese dall'ideogramma Chun, che indica il germogliare di una pianta sotto l’influenza di un calore modesto del sole ancora basso.
L'est- Dong è il levante, il sole che si alza e innesca il risveglio degli esseri viventi. L’ideogramma  indica un sole inscritto dentro l’albero; antiche leggende cinesi narrano che durante la notte il sole si riposava dentro un albero, come quando in primavera il sole è percepibile all’interno degli esseri per farli risorgere. Quando il sole si alza tutti si svegliano, la mattina o in primavera; ciò che era a  riposo si inizia svegliare e ciò che era ritirato e nascosto comincia ad apparire con vigore ed entusiasmo. Dong significa anche mobilizzazione; vedremo come la sua evocazione sia fondamentale dal punto di vista pratico, per imprimere vitalità al nascere e al crescere del movimento.

Il vento - Feng: l'ideogramma ne contiene un altro interno che indica la presenza di piccole bestiole o insetti (vermi, formiche..) che sono come portate via dal vento. Feng indica una forza che evoca il risveglio degli insetti in primavera, qualcosa di nuovo che inizia e che si annuncia.
Vento che annuncia la primavera che fa muovere, che anima ed eccita, che stimola, che trasporta i semi e fa volare i pollini; il vento che porta troppo diventa un vento che ruba, che toglie, che prende i soffi e li spoglia di vitalità, può anche schiarire e ripulire.
Negli esercizi il vento è potentemente evocato per esprimere la purificazione e il movimento del legno ma anche per evidenziare un cambiamento da un movimento all'altro o ancora per esprimere un'apertura nello spazio circostante della parte alta del corpo e delle braccia, come ripulire il cielo dalle nuvole muovendosi nelle otto direzioni.

Il drago verde che si risveglia in primavera evoca l'inizio dell'anno cinese. Si compara la luna piena del nuovo anno ad una perla che esce dalla sua gola; quando la perla è uscita il drago si agita e non dorme più.Ciò che si chiama il drago-germe è lo yang in seno allo yin: così quando il drago si alza le nuvole salgono.” Questa citazione estratta dagli “Annali della primavera e dell'Autunno”, evoca sia il piccolo yang in seno allo yin, sia l'acqua/yin attivata segretamente dallo yang: essa forma delle nuvole e sale. L'immagine del drago è spesso presente nel Qi gong, quando si vuole evocare la liberazione del movimento e/o la sua ascesa verso il cielo. In particolare il drago verde è rappresentato a sinistra come forza mobilizzatrice dello yin ed è in relazione con il punto di “entrata” dell'energia della mano. La stessa immagine è suggerita dalla linfa nei vegetali e del sangue nell'uomo, dallo sgorgare della vita e dal desiderio nella natura intera: è questo il movimento creatore che anima l'acqua e si dirige verso il fuoco, è il soffio che vive nel fegato dell'essere umano e lo fa vivere. Opporsi alla sua ascesa, al “curare la nascita”, a “nutrire l’impulso dello yang”, può esporre a irrigidire in sè i rapporti energetici, può raffreddarci. Gli stessi principi sono alla base dei movimenti psicofisici del Qi gong, che invita a promuovere la libera circolazione dell'energia nell'organismo a partire dal movimento. 



domenica 23 febbraio 2014

Lo Spirito che fa sognare

 
 
“Cio` che segue fedelmente lo Shen 
nel suo andare e venire denota lo Hun” (LS,cap.8)



 

Hun è l`aspetto dello Shen che “si curva e si raddrizza", è il Legno, la primavera, vive nel Fegato, ed è legato ad una idea di flessibilità ed ascesa. Lo Hun è connesso allo Yang, al Cielo, e per questo ha la tendenza a salire verso l`alto. Questa è la sua natura, che deve essere controbilanciata da un saldo radicamento nello Yin, altrimenti potrebbe tendere a  "ricongiungersi al Cielo”, da cui è stato emanato, prima del suo tempo, e questo potrebbe portare alla pazzia o anche alla morte (secondo i testi classici).
Lo Hun o meglio gli Hun (è un concetto plurale, traducibile con il termini "spiriti") sono come aquiloni che anche un sottile vento può far volare, e devono volare, ma hanno bisogno di essere trattenuti da un filo robusto, altrimenti potrebbero perdersi per sempre. Questo legame che li radica è l`Organo Fegato, Yang nelle sue manifestazioni, ma profondamente Yin nella sua origine. Si parla infatti, in questo caso, di Fegato Yin, generato dal Rene Yin, così come la primavera trae origine dall'inverno. Hun è il primo atto creativo, così come la primavera è la "creazione" dell'anno e come gli anni si susseguono gli uni agli altri così lo Hun ricompare vita dopo vita.
Lo Hun, provenendo dal Cielo, resta collegato con i piani più sottili e universali. E' questo che di notte, a volte, si stacca dal corpo per compiere viaggi in altri mondi. Ad esempio quella sensazione di "galleggiare" al momento di cadere addormentarsi è il distacco dello Hun. A un andare e venire che non fa rumore. Gli Hun  compiono voli misteriosi e lontani, sopratutto di notte quando si entra in un mondo in cui si dissolvono i limiti razionali del giorno raggiungere gli aspetti piu profondi del nostro essere. Questo andare e venire è sottile, ma anche molto delicato. Al ritorno dai loro viaggi, porteranno doni meravigliosi che si chiamano fantasia, creatività, ideazione e illuminazione. Si dice anche che lo Hun ha un rapporto di andata e ritorno con lo Shen. Più il Cuore è calmo e sereno, tanto piu gli Hun potranno volare liberamente e lontano, senza danni.

venerdì 17 gennaio 2014

Anno del Cavallo che vola tra le nuvole

Secondo la tradizione Mongola, all'alba del 31 Gennaio, all'apparire della prima falce di luna, l'energia sfolgorante del Cavallo di Legno Jia Wu comincerà a dispiegare le sue ali: entreremo nel nuovo anno Lunare, il 4712 secondo l'antico calendario imperiale Cinese.
Dopo due anni caratterizzati dall'elemento Acqua, nelle sue qualità Yang del Drago e Yin del Serpente, l'energia ascendente del Legno combinata alla Potenza del Cavallo è favorevole a ogni tipo di risalita e di slancio, potremo usufruire di una grande spinta cosmica verso la crescita e la manifestazione.
Chi conosce il cavallo sa bene che è fondamentale imparare il suo linguaggio per poter comunicare senza sforzi, presupposto indispensabile per avere un alleato di viaggio efficace e affidabile. E non serve urlare per dare un comando, con il cavallo basta sussurrare, spesso solo produrre una melodia, perchè ha una percezione molto più sottile della realtà, nonostante il suo peso imponente. Il cavallo è un simbolo solare dalla più remota antichità, è Yang, è Fuoco e quindi Puro Spirito. E' simbolo del Potere in tante culture e civiltà, per gli indiani d'America significa in specifico la Responsabilità nell'esercizio del Potere. L'essere Umano, a cavallo dello Spirito, può arrivare a toccare e scorgere vette che vanno oltre i suoi limiti e Trasmutarsi, attraverso la Luce Solare, in tutte le accezioni che possiamo dare a questo termire: Trasmutazione Alchemica, Guarigione, Consapevolezza. Ma per non cadere e interrompere il viaggio è necessaria una sua costante presenza in ogni movimento, anche il più veloce e imprevedibile. Per questo conviene conoscere molto bene l'animale, tanto quanto lui conosce noi, hanno un'ottima memoria! Domare il proprio cavallo significherà in questo caso armonizzarsi a terra, stabilire un rapporto di rispetto e di costruzione di un linguaggio, prima di salire e poter fare un percorso. Prima di tutto quindi, la conoscenza di ciò che c'è già e l'accorgersi del nostro potenziale. Imparare a condurre, guidare l'energia. Sapere, innanzi tutto, con assoluta certezza, che guidiamo noi, e che se il nostro alleato cavallo ce lo insegna nell'eleganza, oltre che nel pericolo, una volta appreso, possiamo cavalcare energie più grandi e selvagge, una tigre, o un orso, perchè no, un drago. Dipende. Si tratta di domare le proprie paure. Guidare, condurre, è il compito della volontà, e il cammino si dipana davanti a noi via via che lo percorriamo. Come l'energia Qi nel nostro corpo si dipana via via che la conduciamo con certi movimenti armonici.
Ma attenzione! Per emergere nei Mondi Solari le creature devono essere pronte, la vita che si manifesta è messa alla prova. Il Cavallo di Legno va verso il Sole ( Fuoco, Sole, Oro) ma  resta collegato al mondo materiale  (Luna, Metallo, Giada, Argento). E' uno splendido cavallo LuniSolare, con cui passeggiare tra le nuvole e scorgere i nostri desideri/sogni/progetti che da quaggiù non è facile distinguere...