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martedì 16 dicembre 2014

Riflessioni sul linguaggio

Se il linguaggio è inquinato lo sono anche i pensieri. Come possiamo pulire e trasformare l'inquinamento delle parole che a volte nella società contemporanea determina una vera e propria manipolazione della realtà? 
Forse dobbiamo ritornare alla radice del linguaggio ed immergerci nelle profondità del tempo ritrovando e avventurandoci in quell'immagine primordiale, tale come è disegnata nell'ideogramma cinese, ma anche nel geroglifico egiziano o nei glifi Maya.
A questo proposito propongo una lettura di Ernest Fenollosa, orientalista americano che visse a lungo in Giappone e in Cina alla fine del XIX e inizio XX secolo. 
Eccone un estratto significativo:

"La forma della frase è stata imposta dalla natura stessa. Non siamo stati noi a crearla; era un riflesso dell'ordine temporale in rapporto alla casualità. Tutta la verità deve essere espressa mediante le frasi, perchè ogni verità è trasferimento di potere. Il modello della frase in natura è come il lampo, passa tra i due termini, la nuvola e la terra. Nessuna unità del processo naturale può essere meno di questo. Ogni processo naturale, nella propria unità, è proprio questo. Luce, calore, gravità, affinità chimica, volontà umana, hanno questo in comune: ritrasmettono forza. (...)

Generazione Ideogramma Yang

Generazione Ideogramma Yin

In natura non c'è negazione, non c'è alcun possibile trasferimento di forza negativa. La presenza di frasi negative nel linguaggio sembrerebbe rinforzare il punto di vista dei logici, che l'asserzione è un atto soggettivo arbitrario. Noi possiamo affermare una negazione nonostante la natura non possa farlo. Ma anche qui la scienza viene in nostro soccorso contro i logici: tutti i movimenti in apparenza negativi o distruttivi mettono in gioco altre forze positive. (...) L'annientamento richiede una grande forza. Perciò potremmo supporre che, se si potesse ripercorrere la storia di tutte le particelle negative, scopriremmo che derivano da verbi transitivi. 
E' troppo tardi per dimostrare tali derivazione nelle lingue ariane, ne è stata persa la chiave, ma in cinese possiamo ancora osservare concezioni verbali positive trasformarsi nelle cosidette negative.
Così in cinese il simbolo che significa "sperduto nella foresta" si riferisce a uno stato di non esistenza. L'inglese "not" (non) equivale al sanscrito "na" che ha origine nella radice na, essere sperduto, perire. Al termine viene l'infinito che sostituisce a un verbo di volore specifico la copula universale "è", seguita da un nome o un aggettivo. (...) Questa è un'estrema debolezza del linguaggio. Deriva dal generalizzare tutte le parole intransitive in una sola. Come "vivere", "vedere", "camminare", "respirare", sono generalizzati in stati per omissione dei loro oggetti, così questi verbi deboli sono ridotti a loro volta allo stato più astratto, cioè al semplice esistere.
In realtà non esiste nessun verbo come pura copula, non esiste una concezione così originaria. La nostra stessa parola esistere significa "porsi in avanti", cioè mostrare sé stessi come atto definitivo.
"Is" deriva dalla radice ariana "as", respirare. "Be" (essere) dalla radice "Bhu", crescere.
In cinese il verbo principale per "è", non solo significa anche "avere", ma attraverso i suoi derivati, esprime qualcosa di ancor più concreto, vale a dire "afferrare con la mano la luna".


Ernest Fenollosa, L'ideogramma cinese come mezzo di poesia, 1918 
Tradotto da Silvia Galimberti per Luni Editrice 2014

"Sulle colline il vento fa ondeggiare l'erba. Sul foglio la mano muove il pennello."


Le immagini provengono da:
andreamascaro.blogspot.com e www.tiandihe.org

lunedì 8 dicembre 2014

Acqua che cammina

Gun Shu spontaneo

Libertà di Agire
  






Il Corso di Gun Shu si tiene ogni Lunedì alle ore 18.00 c/o la Palestra 23 
dello Stadio di Bologna

martedì 2 dicembre 2014

Solstizio 冬至

Stiamo vivendo il periodo dell'anno in cui la luce si raccoglie nel ventre della terra, si concentra nelle radici degli alberi e come un tesoro è ben custodita dove inizio e fine coincidono. Anche nel nostro corpo l'energia vitale scende in profondità, seguendo l'impulso discendente che da Shao Yin (piccolo yin) arriverà poi a Tai Yin (grande yin), e a livello elementale viviamo il passaggio dal Metallo all' Acqua. Con la pratica in questo periodo portiamo quindi più energia nelle profondità del nostro essere, nelle ossa e articolazioni in particolare a livello fisico, mentre a livello più sottile - energetico - portiamo luce nel nostro inconscio o parte inconsapevole e lavoriamo sulle nostre rigidità mentalli per non bloccarci. A livello spirituale il lavoro è quello di preparare le condizioni affinché la luce si manifesti chiaramente in noi, portandoci una Rivelazione. Così il Tao si manifesta all'Essere Umano per alcuni istanti, solo a tratti si Rivela, o si Svela, la Luce dello Shen (Spirito) che riesce a togliere per un istante dai nostri occhi interiori ed esteriori il Velo della Separazione o dell'Illusione. E meno luce c'è all'esterno più facile sarà cogliere l'essenza della nostra propria Luce, la Luce autentica Zhen. Accediamo a quell'energia, a quella luce, di cui abbiamo fatto raccolta durante il periodo dell'anno in cui ce n'era in abbondanza, intorno al Solstizio d'estate (vedi il post Luce autentica tra Terra e Cielo).
Nella pratica del Qi Gong San Yi Chuan troviamo un esercizio che ci permette di prendere consapevolezza sui tre livelli della pratica (fisico, energetico e spirituale) dei micro e macro cicli stagionali: si chiama "Crescita dello Yang e Crescita dello Yin".
Vediamo che lo Yang, che corrisponde al Sole, cresce davanti (nella parte organica) e scende dietro (lungo la schiena), mentre lo Yin, che corrisponde alla Luna, cresce sulla schiena e scende davanti. Queste due circolazioni energetiche rappresentano anche come si muove l'energia negli uomini e nelle donne, ma è stato dimostrato che in realtà è molto variabile perchè ci sono donne con una circolazione Yang e uomini con una circolazione Yin e inoltre possono variare a seconda dei momenti della vita. (lo conferma il medico giapponese Toshihiko Yayama, in Guarire con il Qi, ed. Mediterranee)
In questo esercizio notiamo che, nonostante le direzioni diverse, gli estremi si toccano sempre. La postura  del Solstizio d'Inverno coincide infatti con quella della Luna Nuova, ed è insieme fine di un ciclo ed inizio del successivo: nel massimo momento dell'oscurità  nasce quindi la nuova Luce e un nuovo Tempo. (Coincide anche la Luna Piena con il Solstizio d'Estate, da cui comincia la decrescita di Yin e Yang).
Quest'anno nei giorni intorno al Solstizio 21-22 e 23 Dicembre avremo questa coincidenza importante: la Luna sarà nuova e vivremo un momento di estrema oscurità solare e lunare: questo ci permetterà di  vedere molto più nitidamente le Stelle e di stare in contatto con l'Orsa Maggiore, che è la costellazione verso la quale ci si rivolge per praticare ed è la Porta del Cielo del Nord, la nostra radice Celeste.
TOU TCHAO
Meditazione Solitaria
La Nona delle Dieci Tavole di Addomesticamento della Vacca
Luni Editrice