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lunedì 1 giugno 2015

Kwan Yin "Colei che ascolta il Suono"




  • guān (觀): termine cinese che rende il sanscrito vipaśyanā nel significato meditativo di osservare, ascoltare, comprendere;
  • shì (世): termine cinese che rende il sanscrito loka quindi la "Terra", ma originariamente riportava anche il significato di yuga (ciclo cosmico) e quindi rende anche il termine saṃsāra, il ciclo sofferente delle nascite e la "mondanità" che provoca questo ciclo;
  • yīn (音): termine cinese che rende numerosi termini sanscriti (come ghoṣarutaśabdasvaraudāhāra) che significano suono, voce, melodia, rumore e termini simili. Accanto a shì (世), il doloroso saṃsārayīn (音) acquisisce il significato di "suono del doloroso saṃsāra" quindi di lamento, espressione della sofferenza.
Quindi Guānshìyīn (觀世音) : "Colei che ascolta i lamenti del mondo", il bodhisattva della misericordia.
Guānshìyīn è infatti indicata come 菩薩 (púsà, giapp. bosatsu) quindi nella resa del termine sanscrito di bodhisattva.
Questo nome appare per la prima volta nella traduzione dal sanscrito al cinese del Sukhāvatī-vyūha-sūtra (無量壽經 Wúliángshòu jīng, giapp. Muryōju kyō, ) operata da Saṃghavarman nel 252.
Deve tuttavia la sua popolarità alla larga diffusione della traduzione del Sutra del Loto, operata da Kumārajīva (344-413) nel 406 con il titolo Miàofǎ Liánhuā Jīng (妙法蓮華經, giapp. Myōhō Renge Kyō), dove compare sempre come resa del nome sanscrito del bodhisattva Avalokiteśvara.
bodhisattva si è diffuso. Se, ad esempio, Avalokiteśvara veniva prevalentemente rappresentato in India nelle sembianze maschili, in Cina esso è stato progressivamente raffigurato come una donna.

Sempre in Estremo Oriente, Guānyīn è rappresentato in trentatré differenti forme seguendo in questo l'elenco presentato nel venticinquesimo capitolo Sutra del Loto.
In una di queste forme, Guānyīn viene raffigurata con una lunga veste bianca (in sanscrito, questa forma viene denominata Pāṇḍaravāsinī-Avalokitêśvara, Avalokitêśvara vestito di bianco, in cinese 白衣觀音 Báiyī Guānyīn), sostenuta da un loto dello stesso colore. Spesso con una collana delle famiglie reali indocinesi.
Nella mano destra può reggere un vaso o una brocca (kalaśa) contenente il nettare dell'immortalità (amṛta cin. 甘露 gānlòu) che rappresenta il nirvāṇa.
In un'altra forma, nella mano sinistra regge un ramo di salice (in quest'ultimo caso viene denominata 楊柳觀音 Yángliǔ Guānyīn) simbolo della sua volontà di 'piegarsi' alle richieste degli esseri viventi.
buddha cosmico Amitābha (阿彌陀 Āmítuó, giapp. Amida) il maestro spirituale di Guānyīn prima che divenisse un bodhisattva oppure ritenendo Guānyīn una emanazione compassionevole e diretta del potere di Amitābha.