Yunnan, quasi Tibet. Sulle sponde del lago Lugu si insediano i villaggi dei Moso, che da piu' di duemila anni solcano le cristalline lacrime della dea Gammu, navigando su mangiatoie di legno a remi, scavate in tronchi d'albero. Vivono in armonia con la natura e la loro lingua non contempla le parole guerra e matrimonio.
Non si tratta di un'antica leggenda cinese, bensi' dell' appassionante relato dei viaggi di studio che Francesca Rosati Freeman ha realizzato, tra il 2005 ed il 2008, alla scoperta di una singolare minoranza etnica, in cui vige un'organizzazione socio-economica matriarcale, unica al mondo.
Amalgamando sapientemente il genere etnografico ed il récit de voyage, l'autrice cattura il lettore fin dalla prima pagina, per accompagnarlo lungo un viaggio ricco non solo di emozioni, ma anche di conoscenze storiche, economiche e sociali. Attraverso l'osservazione di una popolazione talmente ridotta da non essere ufficialmente riconosciuta dal governo cinese come una minoranza etnica autonoma, l'autrice evoca magistralmente 'limmagine della Cina millenaria, dei regni mongoli, delle religioni pre-buddiste, ma tratta anche della rivoluzione culturale maoista e delle tristementi celebri politiche demografiche restrittive, senza tralasciare il più recente boom economico che oggi imprigiona i Moso nel paradosso della scelta obbligata tra tradizione e modernità.
Non si tratta di un'antica leggenda cinese, bensi' dell' appassionante relato dei viaggi di studio che Francesca Rosati Freeman ha realizzato, tra il 2005 ed il 2008, alla scoperta di una singolare minoranza etnica, in cui vige un'organizzazione socio-economica matriarcale, unica al mondo.
Amalgamando sapientemente il genere etnografico ed il récit de voyage, l'autrice cattura il lettore fin dalla prima pagina, per accompagnarlo lungo un viaggio ricco non solo di emozioni, ma anche di conoscenze storiche, economiche e sociali. Attraverso l'osservazione di una popolazione talmente ridotta da non essere ufficialmente riconosciuta dal governo cinese come una minoranza etnica autonoma, l'autrice evoca magistralmente 'limmagine della Cina millenaria, dei regni mongoli, delle religioni pre-buddiste, ma tratta anche della rivoluzione culturale maoista e delle tristementi celebri politiche demografiche restrittive, senza tralasciare il più recente boom economico che oggi imprigiona i Moso nel paradosso della scelta obbligata tra tradizione e modernità.
Sebbene la resistenza pacifica e determinata dei Moso ai tentativi di disgregare la loro peculiare organizzazione sociale sia stata efficace per molti secoli, la promozione del turismo e di programmi internazionali di cooperazione allo sviluppo minaccia dallinterno la sopravvivenza del matriarcato. Per quanto tempo ancora le terre coltivate resteranno di proprietà comune ed i proventi del lavoro dei membri della famiglia saranno gestiti dalla dabu (matriarca)? Per quanto tempo ancora le coppie preferiranno lunione itinerante al matrimonio e la separazione della vita affettiva da quella familiare ed economica? Come salvaguardare il culto della montagna sacra, la grande madre creatrice, e quello degli antenati; l'ecosistema del lago Lugu o la lingua autoctona?
continua:
http://viaggi.repubblica.it/diari-viaggio/benvenuti-nel-paese-delle-donne/810667
http://www.francescarosatifreeman.com/ita/lib.html
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