Possiamo riassumere yin yang con una frase celebre dell’Yijing: "Una volta yin una volta yang, è così che
funziona”.
Nella scrittura i cinesi hanno inventato delle
rappresentazioni astratte di yin e yang.
In occidente siamo abituati a
pensare con immagini astratte, mentre i cinesi sono abituati a pensare
per immagini naturali, ma in questo caso sono arrivati a un’astrazione
(Yin: disegno doppio, rapporto con il ritmo, la ripetizione, il tempo.
Yang: un tratto con un solo movimento, azione unica, concentrazione di
forze).
Soltanto guardando i tratti possiamo cominciare a dire che yin
corrisponde a difesa, cioè diluire le forze nel tempo, mentre yang
corrisponde a attacco, cioè concentrazione di forze in un punto.
Ai
cinesi piacciono i numeri. Siccome hanno una concezione ritmica della
vita, i numeri li aiutano a trovare dei punti di riferimento a questi
ritmi, allora yin corrisponde a 2 e a tutti i numeri pari e yang al
numero 3 e i dispari.
Perché non al numero 1? Il difetto di 1 è che
descrive l’inizio. La ricerca delle origini è una malattia dello
spirito, malattia che gli indoeuropei hanno da tanto tempo. In Cina la
parola Dio-creatore non esiste. All’inizio c’era l’impulso. Quindi l’1
si lascia da parte.
Si inizia dallo yin. Ogni cosa comincia sempre con un tempo
yin, è un detto cinese. Questo vuol dire che non possiamo dire mai
quando qualcosa è cominciato.
L’anno nuovo è chiamato dai cinesi ‘festa della primavera’, mentre per noi la primavera inizia il 21 marzo, periodo che è invece verso la fine: corrisponde all’apertura del bocciolo, all’esplosione, all’inizio della parte yang, visibile, della primavera. Che è preceduta da una parte yin, che però non si sa quando è cominciata, perché è avvenuto sotto terra. Esempio: ideogramma ‘legno’, la forma antica mostra un tronco, rami e radici. Per noi invece in genere il disegno di un albero non mostra le radici, mentre nell’ideogramma ci sono.
L’anno nuovo è chiamato dai cinesi ‘festa della primavera’, mentre per noi la primavera inizia il 21 marzo, periodo che è invece verso la fine: corrisponde all’apertura del bocciolo, all’esplosione, all’inizio della parte yang, visibile, della primavera. Che è preceduta da una parte yin, che però non si sa quando è cominciata, perché è avvenuto sotto terra. Esempio: ideogramma ‘legno’, la forma antica mostra un tronco, rami e radici. Per noi invece in genere il disegno di un albero non mostra le radici, mentre nell’ideogramma ci sono.
Nell’ideogramma di ‘erba’ non ci sono
radici, perché l’erba cresce solo in primavera e estate, mentre gli
alberi crescono tutto l’anno, in estate vanno verso l’alto e
nell’inverno vanno verso il basso, durante l’inverno l’energia
si accumula nella terra. C’è un momento in cui questo movimento si
inverte e l’energia comincia a montare verso i rami, questo momento è
l’inizio della primavera. Quando si arriva in alto è la parte yang della
primavera, quella che conosciamo tutti; e dato che questo cambiamento
avviene dentro alla terra non si può sapere quando avviene esattamente,
solo il periodo. Infatti la ‘festa della primavera’ è mobile, mai prima
del 7 gennaio e mai dopo il 15 febbraio.
La linea yin rappresenta una forza centripeta, dobbiamo immaginarla come animato, e il movimento fa sì che i due bordi dei tratti si avvicinano, i due pezzi si avvicinano, diventano continui, cioè una linea yang. Quindi compare una forza centrifuga, che stira la linea, e si forma un buco, che diventa sempre più grande, cioè si apre e si forma linea yin, che comincerà a avvicinarsi, e così via. C’è una preparazione lenta nell’avvicinarsi e nell’allontanarsi, e poi c’è un passaggio che avviene di colpo. Ciò avviene in tutti gli eventi biologici, e psicologici.
Fonte: Il senso dell’Yijing: un ponte tra tradizione teorica e pratica della consultazione,
di Letizia Frailich